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Antifurto auto: quante balle ci raccontano

Questo post sugli antifurto delle auto darà un sacco di delusioni. Alcuni meccanici hanno simulato l’attività di un ladro: hanno disattivato gli antifurto con una facilità sconfortante. Altro che antifurto imbattibili, come ce li descrivono i produttori.

 

 

 

Ci sono tre tipi di antifurto:

1) Antifurto elettronici

a) I volumetrici/perimetrici (antifurto a sirena). Un set di sensori (sugli sportelli della vettura, o all’interno) che rilevano la presenza di persone. Ovviamente non distinguono i ladri dagli onesti, dunque si attivano alla minima sollecitazione. Purtroppo, non fanno altro che attivare una sirena come segnalatore acustico. Per il disagio sonoro che causano, non sono ben visti nei centri abitati quando iniziano a trillare di notte. Inoltre, siccome la sirena viene zittita con semplice schiuma da barba schizzata nel vano motore (in pochissimi secondi), hanno scarso valore ai fini della prevenzione del furto.

b) Gli immobilizer. Sono semplici interruzioni al circuito elettrico, di solito posti sul circuito di accensione. Senza la chiave, il dispositivo interrompe l’alimentazione necessaria alla messa in moto del veicolo. Alcune volte interrompono un circuito in più punti. Ci sono diversi modi per sorpassare uno di questi dispositivi. Primo. Cavettare i fili elettrici e ripristinare il circuito che è stato bypassato tramite l’immobilizer. Questa operazione normalmente prende solo qualche minuto, tanto più se il ladro è esperto e conosce il dispositivo. Secondo. A volte, per evitare gli immobilizer che utilizzano la chiave codificata come accesso alla vettura, vengono usate “centraline vergini”, che consentono l’avviamento della vettura anche senza la chiave codificata, ovvero con una chiave qualsiasi. La centralina è riutilizzabile per più vetture. Terzo. Questo è legato a una direttiva europea di sicurezza per gli immobilizer. La direttiva prevede che qualsiasi immobilizer deve disattivarsi prima che l’auto raggiunga i 35 km/h. Obiettivo: evitare che l’avaria di un circuito elettronico provochi il taglio dell’alimentazione della vettura, quando è in movimento (per esempio a 130 km/h sull’autostrada). Il risvolto per i ladri è che se spingono una vettura in discesa o la trainano minimamente, superati i 35 km/h (non certo un’impresa) la macchina parte non appena si fa fare contatto ai fili del sottoquadro, senza alcuna necessità della chiave codificata. Gli immobilizer (sotto forma di antifurti a chiave elettronica) equipaggiano oggi quasi la totalità delle auto, anche le utilitarie. Ma i ladri continuano rubarle senza alcuna difficoltà. Una riprova: poche Assicurazioni concedono sconti sostanziali a chi installa questi dispositivi. Le Compagnie sono gli enti più “accreditati” per giudicare la bontà di un antifurto: sanno quante macchine vengono rubate e quale dispositivo le equipaggia…

2) Antifurto satellitari

Esattamente, non sono antifurto, bensì impianti di localizzazione. Alcuni fra gli ultimi modelli prevedono una funzione di immobilizer comandata a distanza (ovviamente a veicolo fermo). Funzionano in questo modo. Non appena viene rilevata (dai sensori) una situazione di rischio (un tentativo di furto in corso), la centralina satellitare rileva la posizione del veicolo interfacciandosi con il satellite, quindi via Gps. Questa posizione della macchina viene poi trasmessa, affinché siano avviate le operazioni di recupero, via Gsm (con il telefonino, spesso via Sms). E se non c’è segnale? In questo caso, il satellitare è inutile. Ovviamente, una situazione di assenza di campo non può durare in eterno, e presto o tardi l’auto tornerebbe a trasmettere, a meno che non sia provocata. Esistono – accanto alle numerose aree dove l’antenna Gsm va in ricerca rete (non trova segnale) – apparecchi dal costo di circa 600 euro (a 20 euro si trovano su Internet le istruzioni per assemblarli a casa) , denominati “mobile jammers” o “generatori di rumore bianco”, che annullano totalmente il segnale Gsm intorno a loro, nel raggio di circa 30 metri (in tutte le direzioni) o circa 100 metri direzionalmente. Il ladro si avvicina alla vettura con il jammer acceso (con una batteria da 12 volts il dispositivo ha un’autonomia di oltre 12 ore). Entra, quindi la mette in moto. In tutto questo tempo, sebbene i sensori abbiano rilevato il fatto e il satellite sia stato interpellato per le coordinate della vettura, il tentativo di furto non può essere trasmesso né alla centrale né al proprietario perché il segnale Gsm è assente. Il ladro guida la macchina fino al parcheggio “convenzionato” (con lui) più vicino, dove smonta la trasmittente del satellitare e la cestina. La vettura non sarà mai più rintracciata. Conseguenze: la macchina è andata persa.

Sottoscrivendo molte delle polizze assicurative furto/incendio oggi in commercio legate ai satellitari, si rischia di non ricevere l’indennizzo del furto o di riceverlo solo in minima parte (con scoperto minimo del 20%). Perché? Spesso le Assicurazioni, i migliori giudici dell’efficacia di un antifurto, si sono protette contro l’eventualità che il satellitare non trasmetta per via di una condizione naturale, tipo l’assenza di segnale. Oppure a causa di una volontaria manomissione da parte del cliente per ricevere l’indennizzo di un’auto che si svaluta molto in fretta. Ecco come le Compagnie si tutelano: una clausola della polizza furto/incendio prevede sia data prova documentale del corretto funzionamento dell’apparato satellitare, ovvero che lo stesso trasmetta nel caso di un tentativo di furto o di rapina.

Oltre ai jammer, esistono altri metodi di schermatura dei satellitari, come le coperture di piombo, l’imballaggio della centralina satellitare nella carta “plastificata”, l’utilizzo di ripetitori di chiamata che tengono continuamente occupato il telefono Gsm facente parte del sistema satellitare (ovviamente in questo caso bisogna conoscerne il numero), e altri ancora. Oggi, acquistare un generatore di rumore bianco è facilissimo ed economico, soprattutto tramite Internet (vedi i siti che escono digitando la parola “jammer” in un qualsiasi motore di ricerca). Oltretutto, l’uso di questi apparecchi è perfettamente legale e non nocivo: vengono impiegati dal settore “difesa” (impediscono che siano detonati ordigni a distanza durante le visite ufficiali di presidenti, re, ministri, ecc.) fino alla “tutela del silenzio” (nelle chiese perché non squillino i cellulari disturbando le cerimonie).

3) Antifurto meccanici

Alcuni di questi dispositivi offrono il più alto livello di protezione del veicolo, perché creano un impedimento fisico al furto. Contrariamente agli elettronici e ai satellitari, non richiedono alcuna tecnologia per essere sorpassati, ma "soltanto" abilità manuale. Alcuni di questi, però, richiedono una risorsa che per i ladri è estremamente scarsa: il tempo. Vediamone alcuni.

a) Blocca pedali, blocca sterzo a forma di mazza da baseball, coperchi metallici che coprono il volante o strumenti simili: tempo di disattivazione di pochi secondi mediante l’uso di opportuni attrezzi di leva (etere liquido e martello).

b) Perno blocca-sterzo. La canna dello sterzo viene bloccata impedendo l’uso (ovvero la rotazione) del volante. La vettura è resa inguidabile. Sorpassare il dispositivo smantellandolo richiede molto tempo, e i ladri non ne hanno. Il suo punto debole è la serratura, che può essere sempre fatta girare… E poi, ci si può dimenticare di inserirlo. Tra l’altro, alcune società produttrici di veicoli sostengono che la foratura della canna dello sterzo necessaria all’installazione potrebbe produrre un indebolimento della stessa, tale da comprometterne la sicurezza in marcia.

c) Blocco del sistema idraulico (freni/frizione). Ad antifurto inserito, la valvola ospitata nell’antifurto diviene unidirezionale. Montata sull’impianto idraulico, consente il passaggio del liquido verso il ripetitore della frizione o i pistoncini dei freni, impedendone il reflusso. Il risultato è che la macchina o non ha trazione, oppure è bloccata (in entrambi i casi non si può muovere). Il limite di questi due antifurti è l’obsolescenza del progetto. I dispositivi vengono inseriti/disinseriti tramite una chiave meccanica, e sappiamo che una serratura con un po’ di tempo e le giuste attrezzature può essere forzata. Inoltre, anche quest’antifurto va inserito: bisogna ricordarsene (altrimenti, sono guai ai fini dell’indennizzo assicurativo).

d) Immobilizer con sirena più blocco del sistema idraulico. Rappresenta un’evoluzione tecnica dei due antifurto di cui sopra, con i quali condivide il principio di funzionamento (il blocco idraulico). Questa volta, però, la valvola che costituisce il cuore del sistema è mossa da un motoriduttore. Il disinserimento avviene per mezzo di una chiave elettronica antiscanner e irriproducibile. L’inserimento avviene addirittura automaticamente, circa un minuto dopo lo spegnimento del quadro (non bisogna cioè ricordarsene, neanche ai fini assicurativi). Quest’antifurto unisce l’efficacia meccanica nella protezione del veicolo alla semplicità di funzionamento degli antifurto elettronici. Inoltre, risponde a una serie di procedure di sicurezza, tra cui la non inseribilità del dispositivo a motore/quadro acceso e la funzione di ricircolo per liberare il circuito da un’eventuale pressione accumulatasi (per non rovinare le guarnizioni del circuito stesso).

E chi monta più antifurto contemporaneamente? A parte la spesa che deve sopportare, non si illuda. Per scassinare una porta e disattivare un antifurto elettronico; estrarre il blocco di avviamento e rompere il bloccasterzo; disattivare un dispositivo meccanico aggiuntivo; schermare l’antifurto satellitare, occorrono circa quattro minuti.

Soltanto se c’è un bloccasterzo supplementare o, meglio ancora, un blocco del sistema idraulico, occorre molto più tempo. A meno che il ladro non disponga di un carro attrezzi che porta via l’auto. Ma il costo è di 60.000 euro: si tratta di furti su commissione, davvero pochissimi rispetto alla totalità e solitamente limitati a vetture di altissimo valore e prestigio. Poi il ladro li disattiva con calma, lavorando dall’esterno dell’auto.

Un piccolo suggerimento finale. Il vero “guardiano” del nostro veicolo sono le Assicurazioni: meglio scegliere sempre un antifurto legato a una polizza chiara e senza clausole sfavorevoli.

 

 

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